1 Febbraio 2011
Unità di crisi per salvare la suinicoltura

Unità di crisi per salvare i prosciutti italiani. La task force è stata creata ieri da Coldiretti in un vertice a Mantova per salvare gli oltre cinquemila allevamenti di suini in Italia che rischiano di essere decimati da prezzi bassi che non coprono i costi, forti importazioni dall’estero, mancata valorizzazione del prodotto nazionale e utilizzo di carni straniere per fare salumi e prosciutti venduti poi come Made in Italy al posto di quelli nostrani. Lunedì mattina la borsa di Milano sulle carni suine si è chiusa con un prezzo di 1,245 euro al chilo, ma solo per recuperare le spese ci vorrebbero almeno 1,35 euro e ancora di più se si volesse ammortizzare il peso di questa crisi prolungata.
Inoltre – spiega la Coldiretti Lombardia – nonostante l’Unione Europea abbia appena approvato per le aziende di trasformazione i contributi per l’ammasso delle carni, agli allevatori non è stato riconosciuto neppure un centesimo in più durante le ultime contrattazioni. Una situazione ormai insostenibile.
Per questo l’Unità di crisi nata ieri a Mantova sta preparando un piano di emergenza che prevederà, fra le altre cose, accordi di sospensione delle rate bancarie per un anno per gli allevamenti che si sono indebitati per portare avanti l’attività, la produzione di maiali leggeri e la concentrazione dell’offerta tramite associazioni di imprese.
“Con questa situazione l’indicazione di origine è strategica – spiega Ettore Prandini, vice presidente di Coldiretti Lombardia – considerando anche  tutta la carne straniera che entra in Italia e finisce negli insaccati o nei prosciutti fuori dai circuiti delle Dop”. Gli ultimi dati a livello nazionale (riferiti al 2010) indicano che rispetto a un anno fa il valore dell’import delle carni è salito di quasi l’11 per cento superando il miliardo e 874 milioni di euro, poco sotto il milione di tonnellate di carne. Mentre in Italia vengono allevati ogni anno 13 milioni di suini più altri 843 mila nati all’estero, per un totale di un milione e 620 mila tonnellate. La Lombardia pesa per oltre il 40% del totale nazionale.
Al tavolo di lavoro convocato da Coldiretti a Mantova erano presenti alcuni suinicoltori cremonesi, affiancati dai funzionari di Coldiretti Cremona Marco Benedini e Pietro Scolari, per portare le istanze e le proposte di un comparto che in provincia di Cremona vanta un patrimonio suinicolo  pari a circa un milione di capi, con quattrocento allevamenti.

Nella foto: Il gruppo dei suinicoltori cremonesi presenti all'incontro di lunedì 31 gennaio a Mantova

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