3 Aprile 2012
Siccità: a rischio mais, prati e frutteti

“Si può ben dire che, in queste settimane, la nostra giornata lavorativa si apre e si chiude davanti al computer, per consultare le previsioni del tempo. Ora finalmente, già dai prossimi giorni, dovrebbe arrivare l’attesissima pioggia. In effetti, se non piove, per chi come me produce cereali la situazione può davvero dirsi allarmante”. A parlare è Giancarlo Mazzotti, 28 anni, imprenditore agricolo di Vescovato (Cremona), produttore di mais e allevatore di bovini da latte. “Stiamo praticamente seminando nel secco – aggiunge –. I campi che abbiamo arato lo scorso autunno ormai si presentano con quindici, venti centimetri di terra secca, visto che da mesi non piove. Previsioni meteo alla mano, io ho seminato nei giorni scorsi, ho appena finito, confidando nell’aiuto della pioggia, che aspetto davvero come la manna dal cielo”. “E’ evidente – conclude Mazzotti – che la preoccupazione è anche rivolta all’estate che ci aspetta: i fossi che scorrono accanto ai miei campi sono completamente asciutti e sappiamo che in montagna non ci sono riserve d’acqua. Mi chiedo come faremo, quando verrà il momento dell’irrigazione. Il nostro timore è che i raccolti, in primis il mais, vengano fortemente compromessi”. Comprensibile è la preoccupazione dei maiscoltori, in una provincia che a questa coltura destina circa la metà della superficie agricola utilizzata (58.100 ettari rivolti a mais su una Sau complessiva di 132mila ettari) e che è la prima produttrice di mais in regione. Il mais è “l’oro giallo” della provincia di Cremona: nel 2011 la provincia ha avuto un raccolto di 6.972.000 quintali di mais (calcolati in granella secca), il 24 per cento su una produzione regionale complessiva di 28.799.956. “Con grande ansia aspettiamo la pioggia, che finalmente, secondo le previsioni meteo, dovrebbe arrivare – aggiunge Marco Babbini,  28 anni, imprenditore agricolo di Ostiano –. I terreni sono troppo secchi, non c’è umidità, e il seme non riesce a germogliare. Produco mais destinato in gran parte all’alimentazione delle nostre vacche da latte. E’ evidente la preoccupazione di fronte alla prospettiva di avere rese compromesse: produrre meno mais significherebbe non avere sufficiente cibo per le vacche, dunque doverlo acquistare a prezzi che aumenteranno in maniera esponenziale”. Non solo il mais è in sofferenza: “Vale anche per i campi seminati a loietto e per i prati. Quest’anno, contrariamente a quanto avveniva in passato, li ho già dovuti irrigare – aggiunge Babbini –. L’arrivo anticipato del caldo, nelle scorse settimane, ha fatto crescere rapidamente l’erba ma ora, in assenza d’acqua, il rischio è che tutto si fermi”.
Dai produttori di mais a quelli di ortofrutta, le testimonianze non cambiano: “Ben venga la pioggia. Rappresenterà anche un importante risparmio, visti i costi dell’irrigazione, alla quale quest’anno abbiamo già dovuto far ricorso più volte – spiega Emanuela Banderini, che ha un frutteto a Rivarolo del Re –. Per far crescere le  piantine più piccole, di albicocche e ciliegie, che ho messo in campo nel mese di novembre, sono già dovuta ricorrere a tre irrigazioni. E’ l’unico modo per garantirmi la crescita”. Per quanto riguarda le piante appena “legate” o in “legagione”, quelle cioè in fioritura, la carenza d’acqua si fa ugualmente sentire. “Ho pesche, albicocche, ciliegie e tutte sono in grande sofferenza. – aggiunge Emanuela Banderini - Le ho già irrigate due volte: se così non fosse, il frutto non si svilupperebbe. Negli anni scorsi si partiva molto più tardi, con l’irrigazione”.
Gli agricoltori – evidenzia Coldiretti Cremona – stanno affrontando una carenza idrica che si sta facendo drammatica, e che fa temere il dimezzamento dei raccolti. C’è il rischio concreto di razionamento dell'acqua in estate poiché le piogge cadute da settembre a oggi in Italia sono pari ad appena il 30 per cento dei valori normali. Il crollo delle precipitazioni nel primo trimestre 2012 si è verificato dopo che sul territorio nazionale è caduto il 10 per cento di acqua in meno nel 2011, ma a cambiare è stata anche la distribuzione della pioggia con il problema della siccità che colpisce il Nord Italia  dove nell’inverno appena concluso le precipitazioni sono addirittura dimezzate, secondo le elaborazioni Coldiretti sulle rilevazioni Isac Cnr relative al periodo di riferimento 1970-2000.

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