Si riporta l’articolo di apertura del Coltivatore di dicembre
Pensavamo che il Natale ci portasse la buona notizia sul prezzo del latte. Così non è stato, nonostante gli innumerevoli incontri tra le parti, l’intervento dell’Assessore regionale Fava e soprattutto quello del Ministro Martina, che ha convocato gli industriali a Roma il 3 dicembre scorso. Con un atteggiamento inqualificabile Assolatte ha rifiutato ogni possibile mediazione sulla definizione di un prezzo equo rendendo di fatto vana la disponibilità del Ministero ad intervenire con un piano di rilancio del settore. E’ un comportamento che non si era mai visto in passato e che lascerà il segno anche per il futuro.
L’abbiamo scritto sullo scorso numero del nostro giornale: questi industriali assomigliano più a dei semplici ragionieri che a veri industriali e noi non possiamo accettare che siano loro a decidere unilateralmente di pagare agli allevatori un prezzo che non copre neppure i costi di produzione, così come non possiamo accettare che si mettano a rischio il presente e il futuro delle nostre stalle, dei nostri imprenditori e dei nostri prodotti che il mondo vuole.
Coldiretti sta valutando con grande attenzione la situazione per mettere in atto le necessarie azioni, ben sapendo che la protesta non basta. I nostri alleati sono i consumatori che non mancheremo di chiamare in causa. Loro sono i soggetti che insieme a noi non accettano di veder messo in discussione il patrimonio zootecnico italiano. Non è il caso ora di scoprire le carte, ma ci stiamo preparando a qualcosa di importante per continuare a smascherare chi pensa di continuare a fare lauti profitti sulle spalle degli agricoltori e dei consumatori (non dimentichiamo che i prezzi al consumo di latte e dei prodotti trasformati non hanno avuto alcun crollo!).
Non possiamo accettare che il nostro lavoro sia messo in pericolo da chi indifferentemente compra latte in ogni parte del mondo e poi produce formaggi che vende come italiani (anche qui ne vedremo delle belle). Cogliamo l’occasione a questo proposito per invitare tutti a compilare l’indagine sul sito del Ministero delle politiche agricole per confermare il nostro sì all’obbligo di indicare in etichetta l’origine del prodotto agricolo.
In questa situazione così difficile qualcosa (eppure) si muove. Ne è un esempio l’obbligo entrato in vigore il 13 dicembre della nuova etichetta Ue per fornire maggiori e più leggibili informazioni sui prodotti al fine di tutelare i consumatori da informazioni ingannevoli. Così come importante è la notizia che, dal prossimo aprile 2015, dovranno essere indicate in etichetta luogo di allevamento e di macellazione di carni suine e ovi-caprine, come avviene da anni per le carni bovine dopo l’emergenza mucca pazza