12 Gennaio 2022
Peste suina, Coldiretti Cremona: bene task force Regione

Di fronte alla moltiplicazione ormai fuori controllo dei cinghiali, la prevenzione è fondamentale per evitare gravi emergenze sanitarie come quella che siamo ora costretti ad affrontare dopo il rinvenimento di alcune carcasse di cinghiale tra Piemonte e Liguria vettori di Peste Suina Africana. È quanto afferma la Coldiretti Lombardia nel commentare positivamente l’annuncio dell’assessore regionale Fabio Rolfi sull’istituzione di un’unità di crisi promossa da Regione Lombardia coordinata dalla U.O. Veterinaria (DG Welfare) e composta da rappresentanti della DG Agricoltura, della DG Protezione civile, dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell'Emilia-Romagna, dei Dipartimenti Veterinari delle Ats, della Polizia provinciale e dei Carabinieri forestali.

Abbiamo più volte evidenziato a livello nazionale e territoriale il rischio della diffusione della Peste Suina Africana (Psa) attraverso i cinghiali - continua la Coldiretti Lombardia  - e la necessità della loro riduzione sia numerica che spaziale attraverso le attività venatorie, le azioni di controllo della legge 157/92 articolo 19 e le azioni programmabili nella rete delle aree protette.

La Peste Suina Africana che – precisa la Coldiretti  – può colpire cinghiali e maiali, ed è altamente contagiosa e spesso letale per questi animali, non è invece trasmissibile agli esseri umani. Un possibile veicolo di contagio possono essere proprio i cinghiali, il cui numero negli ultimi anni si è moltiplicato in tutta Italia fino a superare i due milioni di esemplari secondo le ultime stime. Questi ungulati provocano danni ingenti agli agricoltori e costituiscono un grave rischio per la sicurezza dei cittadini: secondo le stime di Coldiretti Lombardia, sulla base dei dati regionali, sono almeno novemila in dieci anni gli assalti dei cinghiali sul territorio tra campagne e incidenti stradali.

La Lombardia è la prima regione per numero di suini allevati: sono infatti quasi 4 milioni e mezzo i capi presenti nelle aziende lombarde, pari al 53% del totale nazionale. Una parte importante viene dalla provincia di Cremona: il patrimonio zootecnico cremonese – evidenzia Coldiretti Cremona – conta infatti oltre 900mila suini (918.585 capi, dati CCIAA Cremona).

“Servono interventi immeditati per fermare il proliferare dei cinghiali e garantire la sicurezza degli allevamenti ma occorre anche monitorare attentamente la situazione per evitare strumentalizzazioni e speculazioni a danno del settore – sottolinea Serena Antonioli, suinicoltrice e vicepresidente di Coldiretti Cremona –. Serve subito un’azione sinergica su più fronti per tutelare e difendere gli allevamenti da questa minaccia, che rischia di causare un gravissimo danno economico alle imprese”.  Coldiretti sottolinea inoltre la necessità di avviare iniziative comuni anche a livello europeo perché – evidenzia – è dalla fragilità dei confini naturali del Paese che dipende l’elevato rischio di un afflusso non controllato di esemplari portatori di peste.

 

 

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