5 Febbraio 2010
no agli ogm, scelta economica

“Il nostro no agli ogm in agricoltura nasce, in primo luogo, da evidenti ragioni economiche. Il made in Italy agro-alimentare ha la sua forza nella tipicità, nell’unicità, nello stretto legame con il territorio. Chi acquista un prodotto italiano, acquista con esso la passione, la storia, la cultura, il lavoro, i colori e i sentimenti dell’agricoltura italiana. Ciò che ci distingue dagli altri – in termini di qualità, gusto, salubrità, tradizione – è ciò che rende il nostro prodotto appetibile. Sul versante opposto si colloca il modello produttivo che punta sugli organismi geneticamente modificati, che portano con sé l’omologazione del prodotto, la standardizzazione delle produzioni, dunque la rinuncia alla tipicità e alla biodiversità”. A parlare è Assuero Zampini, Direttore di Coldiretti Cremona, che interviene nel dibattito in merito all’introduzione delle colture OGM., tornato d’attualità dopo la decisione del Consiglio di Stato con la quale si è richiesto al Ministero delle Politiche Agricole di concludere il procedimento di istruzione e autorizzazione alla coltivazione di mais MON 810 geneticamente modificato.
“I risultati di una recente indagine confermano che il 72 per cento dei cittadini italiani ritiene che i prodotti alimentari contenenti organismi geneticamente modificati siano meno salutari rispetto a quelli tradizionali. E’ un dato che rafforza la nostra posizione: ma se nessuno vuole gli ogm nel piatto, che vantaggio avrebbero gli agricoltori nel produrre alimenti che li contengono?” aggiunge Zampini. “Come evidenziato sia dal Presidente nazionale Sergio Marini che dal Ministro per le Politiche agricole Zaia all’incontro d’apertura della FierAgricola di Verona, un’agricoltura moderna che vuole rispondere alle domande dei consumatori deve fare scelte coerenti con i bisogni, sempre più forti, di sicurezza alimentare e ambientale – prosegue il Direttore di Coldiretti Cremona –. Chiediamo il rispetto del principio di precauzione, per non iniziare a percorrere strade senza ritorno. Torno a far notare che la scelta di non utilizzare Ogm non è ideologica, bensì legata ad una precisa posizione economica,  per il futuro di un’agricoltura che vuole mantenere saldo il rapporto con i consumatori”.
La maggiore Organizzazione agricola italiana è pronta ad opporsi all’introduzione degli OGM in agricoltura con una serie di iniziative tra le quali – come annunciato dal Presidente nazionale Marini – il referendum che permetta agli agricoltori di esprimere il loro voto in materia, come previsto dalla raccomandazione comunitaria in fatto di coesistenza degli Ogm con le altre coltivazioni.

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