21 Luglio 2010
migliaia di allevatori a Milano

E’ stata la mucca “Onestina”, condotta fin nel cuore di Milano dall’allevatore cremonese Giuseppe Olivieri, il simbolo della protesta degli allevatori della Coldiretti che hanno rispettato la legge e che questa mattina sono arrivati, a migliaia,  a Milano da tutta la Lombardia e dal resto del nord Italia con i loro trattori per la manifestazione organizzata davanti alla Regione in piazza Duca D’Aosta. Ben quattrocento gli imprenditori agricoli di Coldiretti Cremona giunti da Cremona, Crema, Soresina e Casalmaggiore, guidati dal Direttore Simone Solfanelli, pronti a dare il loro contributo alla imponente iniziativa messa in campo dalla prima Organizzazione agricola del paese.
“Onestina” è stata munta in diretta, mentre all’ingresso del Pirellone sono stati depositati gli scatoloni con una parte della montagna di carta che in questi anni le aziende agricole hanno dovuto sopportare per la gestione burocratica del sistema delle quote latte.
“Noi rispettiamo sempre la legge ma la legge rispetti noi” hanno detto gli allevatori, durante la simbolica catena umana con la quale hanno circondato la sede della Regione Lombardia. La mattinata ha previsto anche l’incontro tra la delegazione di Coldiretti e il Presidente della Regione Roberto Formigoni, che ha poi voluto raggiungere gli agricoltori in piazza, sottolineando il valore delle ragioni e dei dati portati da Coldiretti, “espressione di quel vastissimo mondo di produttori che ha agito nella legalità”.
Uno studio della Coldiretti evidenzia che ad oggi i produttori di latte in regola hanno subito costi per la gestione delle quote latte pari a 2,42 miliardi di euro: dei quali 1,7 miliardi per l’acquisto, 150 milioni per l’affitto, 220 per il versamento del prelievo e 350 milioni per l’adesione alla rateizzazione prevista dalla legge 119/03.
“Non si scherza con il lavoro delle persone – ha aggiunto Nino Andena, Presidente di Coldiretti Lombardia – quello che sta succedendo con la proroga sui pagamenti delle multe per le quote che vogliono concedere a un piccolo gruppo di splafonatori è una ferita per la stragrande maggioranza degli allevatori onesti che in questi anni ha speso soldi, tempo e fatica per rispettare la legge. Troppo comodo dire adesso che si è scherzato. Così non va. Se sono ancora da rifare i conti, “chi sbaglia paga” deve valere per i produttori ma anche per lo Stato”.
 “Coldiretti rappresenta la grandissima maggioranza degli allevatori, che a costo di onerosi investimenti e sacrifici, affrontati in una stagione non facile per il settore primario, ha acquistato le quote producendo latte nella legalità – ha evidenziato il Direttore di Coldiretti Cremona Simone Solfanelli –. Questi allevatori trovano inaccettabile che si sia, di prepotenza, tornati ad aprire la vicenda ‘quote latte’, anziché occuparsi delle vere, gravi questioni dalle quali dipendono il futuro del settore e la sopravvivenza di tante imprese agricole, a partire dalla battaglia sul prezzo del latte alla stalla e dalla necessità di ottenere l’obbligo di origine in etichetta per tutti i prodotti alimentari”.
Il prezzo del latte è inchiodato da gennaio ai 33,156 centesimi al litro, al di sotto di qualsiasi livello di sopravvivenza per le aziende agricole, con le industrie sorde a qualsiasi richiamo di buon senso legato all’andamento dei formaggi dop che si sono rivalutati anche del 20%. “Una situazione paradossale – ha ribadito Nino Andena – che speriamo possa essere sbloccata al più presto e che riguarda quasi settemila aziende lombarde per una produzione che rappresenta il 40 per cento di quella italiana”. 

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