7 Maggio 2010
Maltempo, semine a rischio

Dopo le piogge torrenziali dei giorni scorsi, gli agricoltori stanno facendo una prima rilevazione dei danni ai terreni e alle colture. In alcune zone ci sono terreni inzuppati di acqua sui quali bisognerà attendere diversi giorni prima di tornare al lavoro;  altre aree invece avevano già le prime piantine, che sono annegate, e si rischia di dover ripetere le semine.
Molto dipenderà dai tempi di “asciugatura” dei campi. Impossibile adesso fare una quantificazione economica dei danni, anche perché sul territorio lombardo c’è una situazione a “macchia di leopardo”.
Lungo la linea ideale che unisce Como, Lecco, Varese e Sondrio la situazione si va normalizzando, l’acqua in esubero sui terreni sta scendendo a valle e i terreni si stanno compattando, ma ci vorrà ancora tempo prima di poterli lavorare.
In provincia di Cremona, a Pizzighettone la piena dell’Adda è stabile. A Formigara le zone golenali restano sott’acqua. A Volongo è iniziato, con le idrovore, lo svuotamento dell’area golenale oltre l’argine. Nella zona tra Pessina e Ostiano l’Oglio rimane fuori argine: in questo caso, non resta che aspettare che il livello del fiume si abbassi. Nel Casalasco, dopo giorni particolarmente difficili con diversi canali andati in tilt per la troppa acqua (con il conseguente allagamento di vari campi di orticole e mais), ora l’acqua sta finalmente defluendo verso i canali. Restano gli allagamenti dei campi a Piadena, dove il fiume Oglio nella giornata di ieri ha superato, e in qualche tratto ha rotto, gli argini di golena invadendo prati stabili e campi di mais. Solo tra qualche tempo si potrà avere la reale stima di quanto il maltempo sia costato alle campagne e alle imprese agricole, compromettendo il normale sviluppo delle piante, rallentandone la crescita o addirittura rendendo necessarie nuove semine.
Nelle zone intorno a Bergamo le foraggere sono state “spianate” dalla pioggia e si rischia che vadano perse. Le operazioni per la semina sono in forte ritardo. Questo significa che le imprese agricole avranno difficoltà ad approvvigionarsi di foraggio per il bestiame e lo dovranno acquistare, con costi in più. Per i vigneti il pericolo sono le infezioni fungine che si potrebbero sviluppare a causa dell’umidità. In generale i torrenti e i canali sono ancora gonfi d’acqua e si temono esondazioni. Il forte ritardo nei lavori di ricostruzione della diga di Ponte San Pietro sul fiume Brembo, dovuto alle continue piene causate dalle piogge, assilla in modo particolare gli agricoltori dell’Isola. Se i lavori non verranno ultimati nei tempi previsti, c’è il pericolo che le aziende agricole della zona restino senza l’acqua per l’irrigazione. A questo riguardo la Coldiretti ha chiesto un incontro urgente con il Consorzio di Bonifica, lo STER e l’ENEL per affrontare il problema.
Nel Pavese i livelli di Ticino e Po sono stazionari o in lenta diminuzione. In Oltrepò ci sono danni a Stradella dove vicino alla sede Coldiretti sono entrate in azione le ruspe per spostare il fango e l’acqua che ha fatto “scoppiare” le fognature. A Cecima è crollato un muro sotto la spinta della terra fradicia d’acqua, ci sono stati alcuni smottamenti. Nel Bresciano dopo le esondazioni dei canali si guarda ai tempi di recupero di “asciugatura” dei terreni, infatti se il ristagno d’acqua dovesse proseguire ci potrebbero essere problemi di asfissie sul mais con il rischio di dover riseminare. Stessa situazione anche nel Mantovano, nel Lodigiano e nel Milanese.

La fotografia, scattata ieri a Gussola, mostra i campi di orticole letteralmente invasi d'acqua.

Continuando con la navigazione in questo sito, accordi l'utilizzo dei nostri cookie. Approfondisci

Le impostazioni dei cookie in questo sito sono impostate su "permetti cookie" per permettere la migliore esperienza di navigazione possibile. Se continui l'utilizzo di questo sito senza cambiare le impostazioni del tuo browser o se clicchi su "Accetto" confermai l'autorizzazione di tali cookie.

Chiudi