18 Giugno 2025
Coldiretti Cremona: nel 2025 un allarme alimentare al giorno

Nel 2025 è scoppiato quasi un allarme alimentare al giorno, a causa delle importazioni di cibo straniero, dalle arachidi cinesi con aflatossine cancerogene oltre i limiti alle arance egiziane con residui di Chlorpropham, un pesticida vietato nella Unione Europea dal 2020, oltre a pollo, pistacchi, pesce e altri prodotti consumati abitualmente sulle tavole. A denunciarlo è la Coldiretti, sulla base di dati Rasff, nel sottolineare che mai si deve abbassare la guardia in tema di sicurezza alimentare, riconoscendo un ruolo fondamentale alla scienza, nel garantire la salubrità dei cibi.

I prodotti più pericolosi

L’elenco dei prodotti più pericolosi – rileva la Coldiretti – vede la presenza di aflatossine nel burro d’arachidi indiano, nei pistacchi turchi, americani e iraniani, oltre che nei fichi secchi anch’essi provenienti dalla Turchia, che guida la classifica dei Paesi con il maggior numero di cibi bloccati alla frontiera, davanti a Polonia e Spagna. Nel riso pakistano sono stati trovati residui oltre i limiti di un altro pesticida proibito nell’Unione Europea, il Clorpyrifos, presente anche nel pepe peruviano assieme ad altre sostanze, mentre il tonno spagnolo presenta elevate tracce di mercurio. Ma non mancano neppure i cibi contaminati da batteri e virus, dal pollo polacco con la salmonella alle ostriche francesi e olandesi al norovirus.

Cibi e bevande straniere 8 volte più pericolosi di quelli italiani

“Non è un caso se i cibi e le bevande straniere sono otto volte più pericolosi di quelli Made in Italy, con il numero di prodotti agroalimentari provenienti dall’estero con residui chimici irregolari che è stato pari al 5,6% rispetto ad appena lo 0,7% di quelli di provenienza nazionale, secondo l’ultimo rapporto Efsa” sottolinea il Direttore di Coldiretti Cremona Giovanni Roncalli, evidenziando che “da qui nasce la richiesta di Coldiretti di applicare il principio di reciprocità rispetto alle importazioni di prodotti agroalimentari da quei Paesi dove non vigono le stesse regole in materia di sicurezza alimentare, tutela dell’ambiente e rispetto dei diritti dei lavoratori”.

Servono l’etichetta d’origine e il principio di reciprocità per tutelare cittadini e agricoltori

“Ed è altrettanto importante garantire anche la piena trasparenza su quanto si mette nel piatto – prosegue Roncalli – attraverso l’obbligo di indicare l’origine in etichetta su tutti gli alimenti in commercio. Per questo Coldiretti ha lanciato in Europa una proposta di legge di iniziativa popolare con l’obiettivo di raggiungere un milione di firme per dire basta ai cibi importati e camuffati come italiani e difendere la salute dei cittadini e il reddito degli agricoltori”.

Raccolta firme a tutela della salute

La raccolta firme prosegue in tutti gli uffici Coldiretti, nei mercati di Campagna Amica e in tutti gli eventi che vedono Coldiretti Cremona protagonista sul territorio. “Chiediamo di rendere obbligatoria l’origine degli ingredienti – spiega Roncalli – su tutti i prodotti alimentari venduti nell’Unione Europea. Solo così sarà possibile porre fine all’inganno dei prodotti stranieri spacciati per tricolori permesso dall’attuale norma del codice doganale sull’origine dei cibi che consente l’italianizzazione grazie ad ultime trasformazioni anche minime, come avviene nel caso anche dei semilavorati cinesi”.
E’ possibile sottoscrivere la proposta di legge anche via web, collegandosi al sito ufficiale dell’Unione Europea, nella pagina dedicata alla “Iniziativa dei cittadini europei - sistema di raccolta elettronica”, petizione “Stop cibo falso: origine in etichetta”.

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