6 Luglio 2010
Brennero, latte tedesco diretto in Lombardia

Latte dalla Germania diretto in provincia di Varese, burro dai Paesi Bassi importato da una società bresciana, carne dall’Olanda destinata a grandi centri commerciali di Milano e Varese e ancora latte tedesco trasportato a Castiglione delle Stiviere e pomodori olandesi che vanno nel Milanese.
Sono solo alcuni dei carichi fermati e controllati dalle Forze dell’ordine alla frontiera del Brennero dove da questa mattina migliaia di agricoltori della Coldiretti stanno manifestando per chiedere l’etichettatura d’origine dei prodotti e una vera tutela del Made in Italy. Dalla Lombardia si sono mobilitati a centinaia sia sul confine italiano che sul territorio (per un totale di mille) per presidi davanti alla Sterilgarda nel Mantovano e della Galbani di Giussago (Pavia) e per le staffette di pronto intervento per i comitati di accoglienza ai carichi di prodotto straniero in arrivo dal Brennero.

“I camion che abbiamo visto passare qui al confine – spiega Nino Andena, Presidente della Coldiretti Lombardia – sono l’ennesima prova di quello che diciamo da tempo: serve un’etichettatura d’origine chiara e trasparente per garantire sia la nostra agricoltura che i consumatori italiani, che devono essere liberi di poter scegliere”.

Una posizione condivisa anche dal ministro all’Agricoltura Giancarlo Galan che questa mattina, in piedi sulla ruota di un trattore ha annunciato ai manifestanti della Coldiretti che il Governo sta studiando il provvedimento e che quella di oggi al Brennero “è l’ultima vostra iniziativa senza che ci sia una legge sull’etichettatura obbligatoria”.

Intanto però i prodotti stranieri continuano ad arrivare con i nomi italiani più fantasiosi, compreso un formaggio prodotto in Austria e scoperto ieri a bordo di un camion diretto in Puglia. Mentre un carico di mezzene di vitello, fegato, interiora, bistecche pronte a finire sulle tavole dei consumatori di Milano e di Varese.

E poi c’è il latte straniero che continua a scorrere a fiumi sia nelle grandi industrie che nei piccoli caseifici. I primi 5 importatori a livello nazionale operano infatti  fra le province di Lodi, Bergamo, Milano e Cremona con 22 milioni di quintali, su un totale regionale di quasi 32 milioni che rappresenta più del 36 per cento a livello nazionale dove si raggiunge quota 88 milioni di quintali.

“E’ un bello schifo – si sfoga Giovanni Mazzetti, 18 anni, allevatore di Soncino nel Cremonese che oggi era al Brennero – la gente pensa di bere il nostro latte invece non sa che c’è tutta questa roba che arriva dall’estero”.

Mentre Fabio Bonzi, 27 anni, di San Giovanni Bianco (Bergamo), anche lui a presidiare il confine con l’Austria, aggiunge: “Se lo scandalo delle mozzarelle blu fosse nato qui in Italia qualcuno sarebbe finito anche in galera, mentre visto che arriva dall’estero non è successo nulla”.

Fra i diversi carichi passati dal Brennero e seguiti da staffette in moto e in macchina della Coldiretti fino agli stabilimenti di destinazione, non sono mancati neppure fiori dall’Olanda destinati alla Campania e alla Puglia, migliaia di cosce di futuri prosciutti sempre dall’Olanda e diretti nel Modenese, latte tedesco per alcuni caseifici del Lazio, frutta e verdura raccolti in Argentina, portati in Olanda e da lì messi su camion diretti a Verona per essere smistati in tutta Italia.

 “Oltre al prezzo i consumatori dovrebbero guardare anche all’etichetta e alla provenienza - conclude Roberto Gandolfi, 53 anni, allevatore di mucche da latte a Casale di Roncoferraro (Mantova) - Purtroppo la gente non è abbastanza informata”.

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