26 Novembre 2010
biogas, denuncia di Coldiretti

“Altra terra appartenente all’agricoltura cremonese viene rivolta agli impianti biogas. E’ un trend in crescita costante, che chiama noi rappresentanti dell’agricoltura, ma anche i rappresentanti delle istituzioni del territorio, a precise responsabilità. Come abbiamo ribadito più volte, Coldiretti Cremona non contrasta certamente gli impianti biogas che si integrano nella realtà aziendale e sono dimensionati in virtù delle esigenze aziendali. Puntiamo invece il dito, con determinazione, contro i mega impianti, spesso legati a soggetti esterni all’agricoltura, che rubano terra alle coltivazioni. Funzione prioritaria della nostra agricoltura deve restare la produzione di alimenti, di foraggi per gli allevamenti, di cibo made in Italy. L’agro-energia deve rappresentare un’opportunità integrativa, come fonte supplementare di reddito da inserire nel concetto di multifunzionalità, oltre che un mezzo per ridurre i costi energetici aziendali da fonti fossili”. A parlare è il Direttore di Coldiretti Cremona Simone Solfanelli, che torna sul tema del biogas e dello “scandalo degli affitti d’oro”.
“Dal riepilogo aggiornato al corrente mese in merito agli impianti biogas provinciali, tenendo conto di impianti attivi, autorizzati in costruzione, o in iter di autorizzazione in provincia di Cremona, si deduce che oggi siamo arrivati ad un potenziale di produzione elettrica da biogas/biomasse stimato pari a 121 megawatt. Se consideriamo che il fabbisogno di biomassa è pari a circa 200-300 o più ettari di terra per garantire un megawatt di energia, si arriva ad una previsione di terra potenzialmente sottratta alle colture alimentari e rivolta al biogas che va da un minimo di 24.000 a un massimo di 35.000 ettari”  prosegue il Direttore di Coldiretti Cremona. “La produzione di agro-energia non può, come purtroppo sta avvenendo, tradursi nella realizzazione di impianti di grandi dimensioni scollegati dalle filiere agroalimentari e in competizione con la produzione di cibo made in Italy. Queste operazioni hanno l’effetto di far lievitare gli affitti e sottrarre terra agli agricoltori. Il risultato di tutto ciò è che il mercato fondiario si sta stravolgendo: chi ha  realizzato l’impianto biogas senza il terreno necessario è disposto, visto il realizzo finanziario dato dal conto-energia,  a stipulare contratti di affitto con canoni di locazione particolarmente onerosi, insostenibili per i veri imprenditori agricoli”.
A tutela della vera agricoltura, Coldiretti Cremona chiede che per tutti questi “mega-impianti” chiaramente in esubero rispetto al reale potenziale aziendale (interventi che nulla hanno a che vedere con la complementarietà rispetto al reddito agricolo) venga applicata una tassazione d’impresa, e non agricola. “Alle autorità locali che autorizzano questi interventi – conclude il Direttore Solfanelli – torniamo a chiedere senso di responsabilità: gli amministratori locali abbiano la chiara consapevolezza che non stanno operando solo una scelta tecnico-amministrativa,  ma che stanno dando un preciso indirizzo al territorio cremonese. Stanno decidendo come sarà il territorio che consegneremo alle future generazioni. E, se si prosegue su questa via, sarà un territorio dove la vera agricoltura avrà uno spazio sempre meno significativo”.

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