9 Maggio 2011
Allarme siccità per i campi

Allarme siccità per i campi. Da quasi un mese e mezzo non piove e sia le nuove piantine che i germogli sono imprigionati fra le croste si terra secca, mentre i trattori lavorano in mezzo a nuvole di polvere. Se va avanti così e non ci saranno cambiamenti sostanziali nelle condizioni meteo – spiegano i tecnici di Coldiretti Lombardia – rischiamo di avere perdite importanti sia sul mais che su cereali come frumento, orzo e miglio. Fortemente compromessa appare già la produzione di foraggio, a partire da maggengo e loietto. “Non sta piovendo da settimane e adesso l’acqua che dovesse venire giù rischia di non riuscire a penetrare i primi 5-7 centimetri di strato superficiale perché i terreni sono troppo asciutti – spiega Ermes Sagula, responsabile del Centro di assistenza imprese agricole della Lombardia – di solito in questo periodo le piante di mais sono più alte di quello che si vede in giro. Lo stesso problema di sviluppo riguarda anche il riso”.

Primi report dalla Lombardia.
Coldiretti mobilita i centri di assistenza

Mappa della siccità in Lombardia. La Coldiretti ha mobilitato i suoi centri di assistenza alle aziende in tutte le province per monitorare la situazione sui campi e le fonti di approvvigionamento idrico a disposizione.

I primi report dalla Bassa Bergamasca segnalano mais con difficoltà di nascita e di crescita e, a causa del caldo anticipato, i cereali vernini (orzo e grano) hanno già l’infiorescenza, però non si stanno sviluppando in modo corretto con una minor produzione, sia di granella (o granaglia) sia di  paglia. Anche l’erba medica sta praticamente seccando in campo e non riesce a svilupparsi. Inoltre, sempre nella Bergamasca, ci sono 1.800 ettari fra Pontirolo e Osio che sono senza acqua e non possono essere irrigati perché la roggia principale è stata messa sotto sequestro dalla Procura della Repubblica a causa di un delitto che si è consumato in zona.

In provincia di Cremona (dove la produzione di foraggio e trinciato è essenziale, per l'alimentazione di 300 mila bovini e oltre un milione di suini) la scarsità delle precipitazioni ha dimezzato la resa del fieno maggengo e anche gli agricoltori che hanno piantato il loietto stanno raccogliendo pochissimo. Stesso discorso per il mais, che cresce con estrema fatica, per il quale si pensa già a una seconda semina, con costi raddoppiati per le aziende agricole. Alcuni agricoltori sono già intervenuti con l'irrigazione, sia per i prati che per il mais, affrontando un ulteriore costo. Compromesse sono anche le rese dei cereali come frumento e orzo. Scarsissima si prospetta la resa del triticale, cereale autunno-vernino che si raccoglierà nei prossimi giorni.

Fra Milano e Lodi la situazione è simile: anche qui il mais fatica a svilupparsi come dovrebbe e bisognerà capire se l’avvio della stagione irrigua riuscirà a risolvere la situazione o se servirà una seconda semina. In molto casi il granoturco non è neppure nato. Si è dovuto intervenire a irrigare a pioggia per far germogliare i semi. La situazione è allarmante perché la mancanza di nascite creerà dei grossi problemi sulle rese finali. Situazione preoccupante anche nella Bassa Bresciana, nell’area di Montichiari e Carpenedolo, dove è stato irrigato anche il loietto.

Nel Mantovano, le prime segnalazioni parlando di difficoltà delle piantine di mais  a rompere la crosta secca che si è formata in superficie dopo le semine, in particolare nelle aree del Basso Mantovano, lungo la linea del Po, fra Poggio Rusco, Viadana e Gonzaga. L’erba medica fatica a crescere e adesso anche i coltivatori di meloni e angurie fra Goito, Ostiglia, Sermide e Magnacavallo guardano al cielo con preoccupazione.

Nella provincia di Varese le situazioni sono diversificate: al momento si salvano il Tradatese nella zona del basso lago Maggiore, la piana varesina sotto la città e quella tra Gallarate e Busto (ci sono state sporadiche piogge, sufficienti ad evitare problemi nelle semine). Qualche difficoltà (peraltro a semina del mais già avvenuta) si registra nelle aree ad ovest della provincia verso Samarate e Malpensa che non hanno beneficiato di queste piogge e dove il mais in particolare stenta ad emergere ed occorrerà entrare nei campi e rompere la crosta per liberare la strada alle piantine. Le temperature notturne stanno poi penalizzando gli asparagi a Cantello.

Anche per le province di Como e Lecco ci sono problemi per la mancanza di acqua: si segnala una perdita del 30-40% sulla produzione degli erbai autunno-vernini, una diffusa sofferenza nella germinazione del mais e parecchi casi dove si è dovuto procedere ad una nuova semina per mancata nascita della coltura. Nel Canturino, in alcune aree non è addirittura stato possibile seminare il mais dopo la raccolta del loietto perchè il terreno era eccessivamente asciutto. Infine, sono stati segnalati problemi anche in montagna dove, nell’approssimarsi del primo taglio, viene stimata una perdita di prodotto di almeno il 45%.

Nel Pavese i problemi si concentrano in pianura principalmente sulle colture di grano e orzo che, in seguito al forte caldo di 3 settimane or sono, non hanno programmato piante figlie e arriveranno a raccolto con fortissimi cali di produzione – impossibili da stimare ora – ma con punte che potrebbero toccare l’80% in meno, la zona è praticamente tutta la provincia ma in particolare il Basso Pavese, la zona sud Milano (Bascapè) e in Lomellina Gambolò e Tromello. Nelle medesime zone, anche il mais appena seminato stenta a germogliare. Per quanto riguarda la soia, in generale si sta attendendo una pioggia per avviare le operazioni di semina. Problemi si presentano alla germogliazione anche del riso seminato in asciutta che, se allagato senza la preventiva germogliazione, rischia di “annegare”, perché interrato. Per quanto riguarda la fascia pianeggiante dell’Oltrepò, su tutte le coltivazioni si è già passati all’irrigazione a pioggia con un considerevole aggravio di costi (gasolio e manodopera).

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