5 Marzo 2010
AGRICOLTURA LIBERA DA OGM, CONVEGNO

Coldiretti lavora per la qualità che parte dalla valorizzazione del prodotto agricolo e dal suo legame con il territorio, è certificata all’origine, è resa trasparente al consumatore con un adeguato sistema di etichettatura. Per un made in Italy che ha nell’unicità, nella distintività, il proprio valore aggiunto. Da qui l’impegno ad attuare qualsiasi iniziativa di carattere legislativo o referendario, al fine di mantenere il nostro Paese e la nostra agricoltura liberi da coltivazioni transgeniche. E’ questa la sintesi del messaggio ribadito, forte e chiaro, da Nino Andena, Vicepresidente nazionale e Presidente di Coldiretti Lombardia, ed Eugenio Torchio, Direttore di Coldiretti Lombardia e Delegato confederale di Coldiretti Cremona, ieri in sala Maffei, presso la Camera di Commercio, alla tavola rotonda dal titolo “Economia agroalimentare sostenibile e di qualità. Contro gli OGM per difendere il reddito in agricoltura”.
E’ stata un’occasione di confronto sul tema, promossa dalla prima Organizzazione degli agricoltori del Paese, fra studiosi, consumatori, rappresentanti del mondo economico, alla presenza di una folta platea.
La mattinata si è aperta con le relazioni dei ricercatori. Claudio Malagoli, Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo/Bra, ha risposto alla domanda “Aspetti agronomici ed economici degli ogm in campo agro-alimentare, opportunità o rischio?”, evidenziando il fatto che in materia di ogm nell’agroalimentare siamo in presenza di un’incertezza assoluta: nessuno è attualmente in grado di stabilire i reali effetti sulla salute umana e sull’ambiente degli organismi transgenici. “Una cosa è certa: aumentano i rischi, non mantengono le promesse, non determinano grandi vantaggi” ha affermato Malagoli, mostrando – dati alla mano – come le piante ogm non mantengano né le aspettative agronomiche, né quelle economiche, non risolvendo, ad esempio, il problema delle erbe infestanti e non garantendo una produzione superiore alle piante convenzionali. Nel suo intervento, Giovanni Monastra, Coordinatore del progetto “OGM in Agricoltura”, ha richiamato l’attenzione sul problema delle micotossine e del mais BT ed ha evidenziato il percorso e le conclusioni del progetto avviato con il supporto del Ministero per le Politiche agricole teso a studiare la compatibilità tra colture transgeniche e sistema agroalimentare italiano. “In campo socioeconomico è stato evidenziato un potenziale impatto negativo sul sistema agroalimentare italiano – ha evidenziato il relatore –. Gli agricoltori interessati a coltivare gli ogm attualmente in commercio sono una minoranza (18%). La percezione del consumatore italiano è tendenzialmente sfavorevole verso l’impiego dell’ingegneria genetica nel settore agroalimentare”. “In campo agronomico – ha proseguito Monastra –, la produttività del Mais bt (MON810) è simile a quella del convenzionale per quanto riguarda la resa di trinciato integrale”. Per evidenti ragioni non è possibile riassumere qui l’intero contenuto delle due approfondite relazioni; una sintesi a cura degli stessi relatori viene pubblicata di seguito.
Molte, qualificate voci hanno portato il loro contributo ai lavori. Fra queste, Gianluca Pinotti, Assessore provinciale all’Agricoltura e Ambiente (che ha ribadito la straordinaria valenza del nostro territorio e delle sue produzioni, valenza che non va compromessa sull’onda della frenesia. Da qui l’invito ad attenersi al principio di precauzione, lasciando alla scienza il compito e il tempo di fare le opportune verifiche), le Associazioni dei Consumatori, (c’erano Adoc, Unione Consumatori, Federconsumatori, Adiconsum), il Circolo Ambiente Scienze, Acli Cremona, Slow Food cremonese.
Dai vertici Coldiretti è stata ribadita la forte opposizione agli ogm, una posizione che fonda su ragioni economiche, che si riassumono in due domande: se nessuno vuole gli ogm nel piatto (se non c’è un vero mercato), allora perché produrli? A chi giova, realmente, forzare così tanto la mano sulla questione?
In chiusura, la Coldiretti ha ribadito i dieci motivi per essere ogm-free:
1. Mantenere, valorizzare ed esaltare la varietà dei prodotti agroalimentari
2. Difendere il prodotto italiano dall’omologazione e delocalizzazione territoriale
3. Adottare il principio di precauzione: nessuno attualmente è in grado di stabilire i reali effetti sulla salute umana e sull’ambiente
4. Poter scegliere e conoscere tramite un’etichettatura trasparente ciò che si mangia
5. Rispettare la volontà dei cittadini nelle scelte nazionali ed europee
6. Rispettare produttori agricoli, industrie agroalimentari e grande distribuzione che non vogliono l’introduzione di organismi transgenici
7. Attuare una ricerca scientifica libera e non di parte
8. Difendere l’economia agricola del nostro Paese
9. Difendere la biodiversità presente nel territorio italiano
10. Difendere l’ambiente in cui viviamo

Relazioni e Interventi:  

- COLTIVAZIONI OGM E DANNO DA COESISTENZA
Sintesi relazione prof. Claudio Malagoli
Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, Pollenzo – Brà (CN)

- IL PROBLEMA DELLE MICOTOSSINE E IL MAIS BT
Sintesi relazione dott. Giovanni Monastra
Coordinatore Progetto “OGM in Agricoltura”

- OGM E AGRICOLTURA BIOLOGICA
Intervento Circolo culturale “AmbienteScienze”, Cremona

- LIBERI DA OGM
Intervento ACLI Cremona

- OGM: LA POSIZIONE DI ADICONSUM
Intervento Adiconsum

- I DIECI MOTIVI DI SLOW FOOD PER DIRE NO AGLI OGM   
Intervento Slow Food

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