29 Novembre 2014
Siglato il “Piano salva stalle”

Un “piano salva stalle” per la zootecnia della Pianura Padana. Il documento è stato siglato oggi a Provaglio d’Iseo (Brescia) dal Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, dal Presidente della Coldiretti regionale Ettore Prandini e dai ministri all’Agricoltura Maurizio Martina e all’ambiente Gian Luca Galletti nell’ambito del forum “Made in Italy dopo Expo 2015”. Il piano prevede che entro 45 giorni il Governo emetta un decreto per la ridefinizione delle zone vulnerabili, dopo il quale le Regioni avranno 30 giorni per disegnare la nuova mappa di gestione degli effluenti da allevamento.
 
“Si tratta di un passo importante per la salvezza di un settore fondamentale per l’economica lombarda e italiana - spiega Ettore Prandini, Presidente della Coldiretti regionale - dobbiamo evitare che chiudano centinaia di aziende in tutto il nord Italia con contraccolpi drammatici sia sui livelli occupazionali che sulla produzione agricola”
 
In Lombardia, dove si munge il 40 per cento di tutto il latte italiano e dove si alleva la metà di tutti i suini a livello nazionale, le stalle di bovini e suini sono passate – secondo gli ultimi dati dell’Anagrafe zootecnica analizzati da Coldiretti – da 24.422 a 24.262: con un calo medio di 13 al mese.
 
“La mancata revisione delle zone vulnerabili sarebbe un colpo mortale – spiega Prandini – anche perché gli ultimi studi dimostrano che l’agricoltura ha un impatto di appena il 10 per cento sulle falde, tutto il resto deriva da scarichi industriali e residenziali. La verità è che l’espansione edilizia degli ultimi anni ha non solo consumato suolo, ma anche stravolto gli equilibri ambientali dei nostri territori. E adesso una mappa vecchia di 20 anni rischia di danneggiare la nostra economia mettendo in ginocchio la zootecnia senza per questo risolvere il problema”.
 
La situazione è di un generale calo – spiega la Coldiretti regionale – in particolare nelle province a maggiore vocazione zootecnica: diminuzione causata da chiusure, accorpamenti, ristrutturazioni parziali dell’attività con la chiusura dell’allevamento e la continuità con la coltivazione dei terreni.

CRISI: ACCORDO COLDIRETTI/GOVERNO SALVA  FORMAGGI E SALUMI ITALIANI
 
E’ stata salvata circa 1/3 della produzione nazionale di prosciutti e formaggi Made in Italy  a denominazione  di origine, dal Parmigiano al Grana dal prosciutto di Parma a quello San Daniele messi a rischio da una scorretta definizione delle zone vulnerabili ai nitrati che avrebbe fatto chiudere migliaia di stalle. E’ quanto afferma la Coldiretti nell’evidenziare gli effetti del "piano salva stalle" siglato dal Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo e dai ministri all’Agricoltura Maurizio Martina e all’ambiente Gian Luca Galletti nell’ambito del forum “Made in Italy dopo Expo 2015” promosso dal Presidente della Coldiretti Lombardia Ettore Prandini.  Il piano salva stalle” prevede che – sottolinea la Coldiretti - entro 45 giorni il Governo emetta un decreto per la ridefinizione delle zone vulnerabili, dopo il quale le Regioni avranno 30 giorni per disegnare la nuova mappa di gestione degli effluenti da allevamento. Le zone vulnerabili da nitrati  – inizialmente designate dalle Regioni per fronteggiare la procedura di infrazione avviata dalla Commissione europea per l’incompleto recepimento della direttiva comunitaria – risultano pari a circa 4 milioni di ettari che si concentrano nelle aree di pianura e  rappresentano quasi il 31,8% della superficie agricola utilizzabile secondo una mappa vecchia di oltre 20 anni che rischiava di mettere in ginocchio gli allevamenti del nord Italia (Veneto, Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna) con migliaia di aziende destinate a chiudere e la conseguente perdita di posti di lavoro. “L’accordo per la revisione è dunque un passo determinante per salvare gli allevamenti italiani e continuare ad assicurare la produzione di salumi e formaggi Made in Italy” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “la revisione è giustificata dagli studi recenti dell’Ispra che hanno chiarito come il coinvolgimento della fonte zootecnica nelle problematiche ambientali sia del tutto trascurabile o minimo mentre assume un forte rilevanza il contributo di altre sorgenti in particolari minerali”. L’agricoltura – conclude la Coldiretti - ha un impatto di appena il 10 per cento sulle falde, tutto il resto deriva da scarichi industriali e residenziali che si sono moltiplicati per l’espansione urbanistica.

Da sx: Gianni Fava (Assessore all'agricoltura Regione Lombardia), Maurizio Martina (Ministro per le Politiche Agricole), Gian Luca Galletti (Ministro Ambiente), Roberto Moncalvo (Presidente nazionale Coldiretti), Ettore Prandini (Presidente Coldiretti Lombardia)


http://ec.europa.eu/agriculture/rurdev/index_it.htm

Continuando con la navigazione in questo sito, accordi l'utilizzo dei nostri cookie. Approfondisci

Le impostazioni dei cookie in questo sito sono impostate su "permetti cookie" per permettere la migliore esperienza di navigazione possibile. Se continui l'utilizzo di questo sito senza cambiare le impostazioni del tuo browser o se clicchi su "Accetto" confermai l'autorizzazione di tali cookie.

Chiudi