21 Marzo 2012
prezzo pomodoro, si lavora in perdita

Un colpo al cuore del pomodoro italiano. E’ questo – secondo la Coldiretti Lombardia – il risultato dell’accordo firmato ieri a Bologna fra le associazioni dei produttori e quelle degli industriali. L’intesa prevede che vengano pagati 84 euro a tonnellata (contro gli 88 euro del 2011) con una griglia qualità, relativa al grado zuccherino e alle caratteristiche organolettiche, che potrebbe penalizzare il prezzo di un altro 5 per cento. Valori – spiega la Coldiretti Lombardia – che non permettono di coprire i costi: sulla produzione di un ettaro gli agricoltori prenderebbero in media 5.600 euro a fronte di una spesa di 7.500 euro, con una perdita secca di quasi duemila euro, pari a circa 10 milioni di euro a livello regionale.

Per questo – aggiunge la Coldiretti Lombardia – molti stanno pensando, o hanno già deciso, di abbandonare il pomodoro per dedicarsi ad altre colture. “Il bilancio preciso si potrà avere dopo la firma dei contratti, ma adesso stiamo registrando un crollo secco del 10 per cento dei terreni e stimiamo potrebbe arrivare fino al 20 per cento” spiega Paolo Voltini, Presidente del Consorzio del Casalasco, una delle maggiore cooperative di produzione e trasformazione che si trova a Rivarolo del Re, nel Cremonese.

Nel settore del pomodoro da industria sono impegnati in Italia oltre 8mila imprenditori agricoli e 178 industrie di trasformazione in cui trovano lavoro 20mila persone, con un giro d’affari superiore ai 2 miliardi di euro. Il pomodoro è il condimento più acquistato dagli italiani. Ogni famiglia - continua la Coldiretti - durante l'anno acquista almeno 31 chili di pomodori trasformati: pelati (12 chili), le passate (11 chili), le polpe o il pomodoro a pezzi (5 chili) e i concentrati e gli altri derivati (3 chili).

Il calo delle superfici a pomodoro causerà anche il crollo della produzione nazionale che l’anno scorso raggiunse i 4 milioni e mezzo di tonnellate, la metà circa proprio fra Lombardia, Emilia e Veneto. il Nord infatti, già nel 2011, con oltre 36 mila  ettari rappresentava ormai quasi il 54 per cento di tutti i terreni dedicati a questa coltura in Italia, su un totale di oltre 67 mila ettari. Il Sud pesava per il 41 per cento con 27.778 ettari mentre il resto era al Centro con 3.436 ettari. Dopo l’accordo di ieri sera molte cose – conclude Coldiretti – sono destinate a cambiare. 

COLDIRETTI:  Firmato l'accordo sul pomodoro, è una catastrofe per i produttori italiani 

Un accordo al ribasso, che lascia il sapore amaro di una speculazione sulla pelle degli agricoltori. E’ questo il commento di Coldiretti all’accordo del pomodoro firmato tra associazioni dei produttori e associazioni industriali.
“Per firmare un accordo che coinvolgesse tutti – ha detto il Presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello – si è finito con il premiare i peggiori e penalizzare chi voleva fare le cose un po’ meglio. La firma a 84 euro a tonnellata, annulla infatti l’accordo raggiunto poche settimane tra produttori, le industrie di Confapi e l’autotrasformazione con il prezzo a 85 euro”.
Su 2.500.000 tonnellate di pomodoro prodotto in Emilia Romagna Confapi e autotrasformazione avevano contrattato circa il 70 per cento della produzione, con la conseguenza che il nuovo accordo taglia di netto circa 1.750.000 euro destinati ai produttori
“Ad aggravare la situazione – commenta Tonello – è il cambiamento della griglia qualitativa, purtroppo avvallata dalla Regione e dalle organizzazioni di prodotto, che consente all’industria di abbassare ulteriormente i prezzi pagati ai produttori fino a portarli a 79 euro a tonnellata contro gli 88 euro del 2011 con una perdita nel giro di un anno di 22,5 milioni di euro. Ad un anno di distanza da quando quello che veniva denominato distretto è stato trasformato, con grande protagonismo degli enti locali, in primis la Provincia di Parma, in un organismo interprofessionale, ci troviamo a vedere annullate anche quelle che erano le tre regole auree del distretto”.
Coldiretti ricorda infatti che con l’attuale accordo non vengono più previsti i pagamenti a 60 giorni, la garanzia dei pagamenti e il deposito dei contratti entro il 15 marzo. “A questo punto  – conclude Tonello – ci sentiamo di consigliare ai produttori di recarsi nei nostri uffici e di valutare i contratti di altre colture più convenienti, come soia e cereali”.
“Questi valori – conferma anche la Coldiretti Lombardia – non permettono di coprire i costi: sulla produzione di un ettaro gli agricoltori prenderebbero in media 5.600 euro a fronte di una spesa di 7.500 euro, con una perdita secca di quasi duemila euro, pari a circa 10 milioni di euro a livello regionale”.

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